La storia - History

 

CENNI STORICI

Sebbene il Dipartimento di Scienze del Farmaco sia nato nei primi anni del nuovo millennio, la sua storia ha radici antiche legate alle due anime che lo compongono: farmacologica, risalente al 16° secolo e strettamente collegata alla scuola medica, e chimico-farmaceutica, differenziatasi nel 18° secolo dalla chimica. Queste due parti hanno avuto per lungo tempo un percorso parallelo, che, nel 2012, ha trovato una naturale convergenza nella fusione del Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia con quello di Scienze Farmaceutiche.

 

FARMACOLOGIA

Le origini e la Cattedra dei Semplici. L'insegnamento di quella parte della medicina sperimentale che oggi si chiama Farmacologia inizia a Padova nel 1533 con Francesco Bonafede cui venne affidata, su richiesta degli studenti, la Cattedra "ad lecturam simplicium". Francesco Bonafede, rompendo con l'insegnamento tradizionale di lettura e commento dei testi latini e greci (Galeno, Dioscoride), introdusse per primo il metodo dimostrativo con l'esibizione dei "semplici" vegetali, animali e minerali impiegati in terapia e intuì tra i primi l'importanza scientifica dello studio delle piante medicinali, proponendo l'istituzione di un "orto dei semplici", che fu realizzato nel 1545 ed oggi rimane il più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria. Alla morte di Bonafede (1551), la Cattedra dei Semplici venne tenuta per oltre 10 anni da Gabriele Falloppio, medico chirurgo e anatomico e, tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600, da Prospero Alpini, medico botanico insigne, esperto di medicina e piante dell'Egitto da cui aveva portato la prima notizia del caffè. Successivamente, l'incarico di lettore dei semplici venne tenuto da naturalisti, medici e botanici tra cui Giacomo Zabarella, Giorgio Dalla Torre e Alessandro Knips Macoppe. In alcuni casi l'incarico di lettore venne associato a quello di curatore dell'Orto Botanico. Verso la fine del 1700, mentre dallo studio dei semplici si sviluppavano come scienze autonome la Botanica e la Storia Naturale, apparve evidente la necessità di istituire una Cattedra speciale per le esigenze scientifiche e pratiche della medicina.

La Cattedra di Materia Medica. Nel 1786, con decreto del Senato Veneto, Angelo Dalla Decima assunse la Cattedra di Materia Medica. Ebbe a disposizione il materiale del Museo di Storia Naturale (in gran parte organizzato dal naturalista Vallisneri) e da questo trasse origine il Gabinetto di Materia Medica. L'insegnamento venne organizzato in maniera sistematica e accompagnato da dimostrazioni ed illustrazioni di droghe e prodotti medicinali, che Dalla Decima conservava in una cassetta di legno intarsiata internamente, utilizzata per le lezioni agli studenti. Di tale cassetta, misteriosamente trafugata, restano solo 31 provettine, custodite nella biblioteca di via Jappelli. Dopo la morte di Dalla Decima (1829) seguì un periodo difficile per l'insegnamento della Materia Medica, affidato ad un docente di origine ungherese, poco gradito sia ai cittadini che agli scolari. Il periodo di alterne vicende politiche (1848-58) legate alla storia dell'Unità d'Italia, portò alla chiusura dell'Università nel 1849 e all'affidamento della Cattedra di Materia Medica a Giuseppe Brugnolo. Nel 1852 l'insegnamento di Materia Medica e Terapeutica venne separato da quello di Patologia generale e alla Cattedra venne chiamato Ferdinando Coletti. Nel 1872 Coletti trasferì il Gabinetto di Materia Medica dall'Università centrale al vecchio convento di San Mattia, portando a un sensibile sviluppo della ricerca farmacologica e adeguando l'insegnamento della materia ai nuovi ordinamenti della Scuola di Medicina. Morto il Coletti, la Cattedra di Materia Medica venne tenuta per un breve periodo da Vincenzo Chirone e nel 1898 venne affidata a Pio Marfori, che portò alla realizzazione di un Laboratorio di Farmacologia dotato di costosi strumenti scientifici e materiale librario. Trasferito il Marfori a Napoli, la Cattedra, dopo un breve incarico, venne vinta per concorso da Luigi Sabbatani nel 1909.

La Cattedra di Farmacologia. Luigi Sabbatani è uno dei fondatori della moderna Farmacologia in Italia. Fu tra i primi a proporre l'applicazione dei metodi fisico-chimici all'indagine farmacologica, stabilì per primo il ruolo del calcio nella coagulazione del sangue e riconobbe l'importanza fondamentale di questo ione in molti fenomeni biologici. A Sabbatani si deve la trasformazione della Cattedra di Materia Medica in quella di Farmacologia e, nel 1915, la costruzione dell'Istituto di Farmacologia in via Loredan (attuale Largo Meneghetti). Successero a Sabbatani gli allievi Italo Simon e, nel 1932, Egidio Meneghetti, che continuarono l'impostazione metodologica del maestro, orientando la ricerca farmacologica su rigorose interpretazioni obiettive dell'effetto e dei meccanismi d'azione e sulla valutazione quantitativa dell'azione dei farmaci. Egidio Meneghetti, scienziato e umanista, eccellente didatta, per oltre trenta anni professore di Farmacologia dell'Università di Padova, fu animatore e capo riconosciuto della lotta partigiana nel Veneto, primo Rettore dell'Università dopo la liberazione. Il 4 marzo 1961, la morte, "la bruta siora piena de importanza", lo colse all'improvviso. Gli succedettero l'allievo Renato Santi e quindi Tito Berti, Alessandro Bruni e Lorenzo Cima.

I Dipartimenti. Nel 1984 l'Istituto diventò Dipartimento di Farmacologia e, successivamente, nel 1999, Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia alla cui direzione si succedettero professori della stessa scuola padovana: Giuliana Fassina, Sisto Luciani, Tito Berti, Lorenzo Cima, Pietro Palatini e Pietro Giusti. Nel 2012, dalla fusione del Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia con quello di Scienze Farmaceutiche, nacque l’attuale Dipartimento di Scienze del Farmaco.

 

SCIENZE FARMACEUTICHE

Le origini e il cammino verso l’autonomia. L’insegnamento della Chimica Farmaceutica inizia nel 1749 quando venne introdotto l’insegnamento “ad medicinam chimicam” affidato a Bartolomeo Lavagnoli, e nel 1760 fu istituita la “Schola Chimica theorica et experimentalis” affidata al Conte Marco de Carburi. Tuttavia, la prima cattedra di Chimica Farmaceutica fu fondata nel 1797 dall’amministrazione francese ed ebbe un profondo legame con le acque termo-minerali esistenti nella vicina zona dei colli Euganei, dove la Repubblica Veneta aveva precedentemente aperto degli studi dipendenti dall’Università di Padova e i cui titolari venivano chiamati “pubblici professori alle terme di Abano”. L’insegnamento della nuova materia venne affidato a Giuseppe Mingoni, medico addetto dal 1768 alle terme di Abano, e successivamente al medico e idrologo Salvatore Mandruzzato. L’insegnamento della Chimica Farmaceutica non ebbe però lunga vita autonoma. Nel 1815, l’Austria riordinò l’Università patavina in quattro facoltà, fra cui la medico-chirurgico-farmaceutica, che rilasciava il diploma di maestro in Farmacia. Con la nuova distribuzione degli studi, le cattedre di Chimica Generale e di Chimica Farmaceutica furono riunite in una sola, col titolo di “Chimica Generale Farmaceutica”, titolo che, poco dopo (1817), venne modificato in “Chimica Generale, Animale e Farmaceutica”. Nel 1834 quest’ultimo insegnamento si scisse in due: uno, denominato Chimica Generale, Fisiologica e Patologica, per gli studenti di Medicina, l’altro, denominato Chimica Generale, Farmaceutico-tecnica, per gli studenti di Farmacia e di Chimica. Entrambi furono tenuti da Francesco Ragazzini e, successivamente, da Francesco Filippuzzi fino al 1874. Nel 1873 si istituì la Facoltà di Scienze e nel 1874 la Scuola di Farmacia. Si ebbe, allora, la definitiva separazione della cattedra di Chimica Farmaceutica da quella di Chimica Generale.

La conquista di una struttura dedicata. L’insegnamento della Chimica Farmaceutica fu tenuto, dal 1874 al 1879, da Francesco Ciotto e dal 1879 prese il nome di Chimica Farmaceutica e Tossicologica. Il primo titolare fu il palermitano Pietro Spica che tenne la cattedra sino alla morte (1929). Inizialmente ospite per 3 anni dell’Istituto di Chimica Generale sito, dal 1864, in un palazzo in via dei Portici Alti (ora via S. Francesco), nel 1882 Spica riuscì ad ottenere una sede distinta per l’Istituto di Chimica Farmaceutica, in un edificio appositamente costruito di fronte all’Ospedale Civile e che fu più volte ampliato a causa del progressivo aumento degli studenti iscritti. Dal 1929 al 1932 la direzione dell’Istituto fu assegnata a Carlo Sandonnini e dal 1932 al 1951 ad Efisio Mameli. Durante questi periodi aumentarono le materie di studio impartite nell’Istituto e strettamente legate all’attività di ricerca svolta. Nel 1886, si aggiunse l’insegnamento della “Chimica delle Sostanze Alimentari” (successivamente denominato “Chimica Bromatologica”). Nel 1909 si istituì, primo in Italia, l’insegnamento di Tecnica Farmaceutica, nel 1936 quello di Idrologia e nel 1940 quello di Chimica di Guerra. Nel 1931 l’Università di Padova istituì, prima in Italia, la laurea in Farmacia, sostituendo i precedenti diploma in Farmacia e laurea in Chimica e Farmacia. La continua espansione del numero degli studenti portò alla costruzione dell’attuale edificio di via Marzolo, inaugurato nel 1937. Nel nuovo Istituto, costruito su progetto dell’architetto Giuseppe Merlo di Milano, era presente un intero reparto, primo in Italia, destinato all’insegnamento sperimentale della Tecnica Farmaceutica, con due laboratori di ricerca, una sala di esercitazioni, una farmacia e una stanza di infialettamento, per l’addestramento pratico degli studenti. Nel 1951 a Mameli successe Luigi Musajo, considerato il pioniere e lo scienziato più autorevole nel campo del triptofano e della fotobiologia. Dal 1976 al 1984 la direzione dell’Istituto fu assunta da Giuseppe Caporale, Carlo Alberto Benassi e Francesco Dall’Acqua. 

Dalla Scuola alla Facoltà. Molti Direttori dell’Istituto di Chimica Farmaceutica assunsero anche il ruolo di Presidenti della Scuola di Farmacia, a testimonianza del legame indissolubile tra l’attività di ricerca svolta nell’Istituto e l’attività didattica erogata. Dal 1874 si succedettero Francesco Filippuzzi (1874-1882), Giovanni Ombroni (1882-1888), Pietro Spica (1888-1900 e 1906-1929), Ruggero Panebianco (1900-1903), Giuseppe Vicentini (1903-1906), Arturo Miolati (1929-1932) e Carlo Sandonnini. Nel 1935, la Scuola di Farmacia venne sostituita dalla Facoltà di Farmacia. Sandonnini fu il primo Preside fino al 1941, seguito da Umberto D’Ancona, Efisio Mameli, Achille Roncato, Luigi Musajo, Giovanni Rodighiero, Sebastiano Marciani Magno, Francesco Dall’Acqua e Giuliano Bandoli.  Nel 2012, la riforma dell’Università decretò la cancellazione delle Facoltà e il Dipartimento di Scienze del Farmaco, con i suoi Corsi di Studio, confluì nella Scuola di Medicina.

I Dipartimenti. Nel 1984 l'Istituto diventò Dipartimento di Scienze Farmaceutiche alla cui direzione si succedettero Francesco Dall’Acqua, Adriano Guiotto, Marino Nicolini, Pier Paolo Parnigotto, Manlio Palumbo, Paolo Caliceti e Stefano Moro, attualmente in carica. In questi anni il Dipartimento si arricchì di competenze chimiche, biochimiche, biologiche ed anatomiche complementari a quelle più strettamente legate alle Scienze Farmaceutiche, diventando una realtà “multietnica” con un obiettivo comune di ricerca e sviluppo del farmaco. Nel 2012, il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche si fuse con quello di Farmacologia ed Anestesiologia nell’attuale Dipartimento di Scienze del Farmaco.

 

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